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sabato 7 gennaio 2012

Teresa e la twittologia

C’è chi crede che a twittare
ci si possa guadagnare,
c’è chi vaneggia, pontificando,
su come il proprio nome si vada amplificando,
chi detta regole e dà direttive,
sul giusto modo di ritwittare.


Chi si sveglia al mattino facendo la conta,
dei vip che siedono alla sua tavola rotonda,
chi si contraddice in continuazione
e insiste anche ad aver ragione.
Inutile fare i nomi degli insigni giornalisti
Che sono diventati all’improvviso twitteristi.

Twitter è un microcosmo disumano e classista
che misura il talento dai follower in lista.
Il numero dei twitter è poi fondamentale,
dire poche cose, e giuste, è ormai lo sport nazionale,
maestri improvvisati che fan di twitter una filosofia
anziché mettere in pratica la propria esibita filantropia.

A guardarli bene questi moderni fari delle coscienze,
ci si accorge che rispondon solo per convenienze,
cinguettano tra pari di massimi sistemi,
e lascian senza risposte noi comuni mortali.
C’è chi parla di leggi, gerarchiche e frustrazioni
Ma a ben guardare è stato il primo a parlar di gare e premi.

Il web è libertà assoluta, il web è vita vissuta e democrazia,
non portate anche qui il sistema della partitocrazia,
se vi conviene coltivare rapporti di scambio,
fatelo a casa vostra e risparmiateci questo scempio.
Non restate dietro il monitor a pavoneggiarvi
Su quanti hanno avuto l’ottima idea di ritwittarvi.

Nella vita vince solo chi ha curiosità intellettuale,
vince la sincerità e la capacità di vedere,
vince chi è in grado veramente di aiutare,
vince ancora e sempre chi è in grado di amare.
E non dite -per carità- che volete con noi "massa” mescolarvi,
ciò presuppone che da soli vi siate posti al di sopra degli altri.


È l’umanità che sceglie chi innalzare
e chi con il proprio giudizio lasciar annegare,
sareste degli zero non ci fosse la “massa” di cui tanto parlate,
a mettersi in ascolto di ciò che dite.
I più grandi virtuosi hanno avuto in dono l’umiltà,
i più grandi poeti parlano solo di umanità.

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