Che poi uni dice eh i luoghi comuni!, eh certe affermazioni
sugli uomini!, eh, le generalizzazioni.
Ma sento raccontare certe robe in giro così banali e
sciocche che nemmeno Vanity Fair. Perché dai, suvvia, nulla è più inutile e
ammorbante che una rivista femminile e la femmina che la legge.
Comunque la storia è storia ed è andata esattamente così
come “la” Simona –milanese- me l’ha raccontata stamattina.
E giuro, non c'è niente di peggio che un’amica che piange. O forse sì, e cioè un’amica
milanese che piange e un po’ bestemmia è proprio da suicidio.
Comunque c’era uno, anzi, c’è ancora, che abita ai Navigli,
uno psicanalista sessantenne con loden e borsalino che non farselo sarebbe
stato un vero peccato. Vedovo da dieci anni, adocchiato sui social e ripescato
al Blu Note. Misterioso che più di così non si può.
La Simo si era anche ben preparata sul free jazz e i suoi
maggiori interpreti perché non sembrasse fosse andata lì soltanto per
incontrare lui e strappargli le informazioni di base senza che s’insospettisse.
Nome, cognome, ah sei su Facebook: dai sentiamoci.
Da lì, interminabili chattate notturne, lei con il suo
fedele Mac, computer e cane di razza nana, lui con la sua grande famiglia di
gatti e bourbon.
Lavoro, impegni, letture, madre anziana, figlio maschio in
crisi, e il fascinoso psicanalista rimandava ogni volta l’appuntamento, quello vero,
serio e impegnativo, una cenetta a due con tanto di candele e camera da letto
nei pressi, il minimo di privacy necessaria a giochetti intimi e piccanti.
Ristorantini e serate jazz quanti ne voleva, ma sempre con saluto a mezzanotte
e il rassicurante “ci si vede on line”.
Non che la mia amica fosse smaniosa di prenotare
dall’estetista, dal parrucchiere e in boutique, ma noi sappiamo che finché non
c’è niente, finché non succede quello che deve, nessuna pretesa può essere
avanzata, nessuna richiesta di fine settimana fuori, né di settimana bianca
o di crociere tra i fiordi, insomma quelle robe che le coppie borghesi fanno di
default senza nemmeno dirselo.
Invece, da un anno, le parole, anche sconce, sogni e desideri,
si palesano soltanto sul monitor, espresse in piena libertà dal
professionista dell’inconscio –con qualche timido accenno a volgarità da letto-
senza mai tradursi in azioni.
A niente erano bastate le caute proteste della mia
amica: mi piacerebbe vedere dove vivi per immaginarti meglio, sarei felice di
cucinare qualcosa di speciale per te, eccetera.
Infine, dopo molte resistenze e un appuntamento al centro
estetico, Simona gli invia foto esplicita con cauto subject “aprila quando sei
solo”.
Dopo un’ora, eccolo, un invito in un hotel storico del centro
per il martedì successivo, durante la pausa pranzo.
Un Hotel?
Casa non ce l’ha?
In allarme, la Simo mi telefona e le ipotesi sul tavolo si
riducono a una, sola, ovvia: ha un’altra.
Ovvio. Se traccheggia, se ti vede soltanto fuori casa e on
line, è chiaro che sta con un’altra, che dieci anni di vedovanza per un maschio
italiano incapace di lavarsi i calzini son proprio troppi.
Ci mettiamo una pietra sopra (io l’aiuto almeno a sollevarla,
poi andiamo a farci un drink).
Lui non s’impegna a cercarla, cosa che Simo si rifiuta di
ammettere, accontentandosi dei frequenti “like” che lui mette ai suoi stati di
Facebook, romantici, nostalgici e anche un po’ patetici.
Simonetta continua a scorrere il profilo di lui, e a non
capire.
Ma diglielo no?, chiediglielo. A freddo. Lo inviti per un
drink e guardandolo in faccia gli domandi di svelarti il vero motivo della sua
riluttanza.
Il tempo è uguale per tutti, no?
Sai quanti ne trovo?, mi fa lei pur di evitare una domanda diretta
e una risposta del tipo: cazzo vuoi?
Ma il destino è bastardo, così causa un giro domenicale sui
navigli con un’amica romana, se lo ritrova seduto al tavolo accanto che, in
solitaria, mangia una zuppa di farro annaffiata da un solitario bicchiere di
rosso.
Stavolta la Simo non risponde alle sue allusive e mail.
Bisogna agire.
Infatti l’invito arriva.
Stavolta la mette sul teatrino sessual perverso del gioco di
medico e paziente: Sai, le dice, sarebbe bello venissi in studio da me.
In studio?
Convocate, io e le altre le consigliamo di resistere, una
cena a casa sua o niente da fare.
Nasconde cadaveri delle ex mogli negli armadi?
Sai, le dice lui quando la Simo si decide a interrogarlo via
email, - è che qui c’è la donna a servizio intero e… è una vecchia filippina
che mi conosce da anni, non sono uno che ama intromissioni esterne nella vita
privata-.
È fatta. Lei si precipita al suo studio in completo intimo
sexy e una cena take away presa dal cinese.
La serata è sorprendente e il finale fin troppo prevedibile.
In una email le spiega le ragioni della propria
inguaribile depressione e sparisce dai social.
Simo si placa quando inizia una relazione infuocata con un cuoco di Brembate di Sopra, più giovane di lei di vent’anni e con una gran voglia di usare il proprio tavolo di cucina in modo alternativo.
Simo si placa quando inizia una relazione infuocata con un cuoco di Brembate di Sopra, più giovane di lei di vent’anni e con una gran voglia di usare il proprio tavolo di cucina in modo alternativo.
Del maschio con loden e borsalino nessuna notizia fino a
ieri pomeriggio, in Galleria.
Nella Boutique Vuitton, mentre ritira la sua carta Gold infilando
la busta griffata al braccio sottile di una splendida filippina.
Altroché generalizzazioni e luoghi comuni.
L’italiano single ha due scelte, o si fa l’amante che gli
pulisca anche i cessi o la cameriera che gli faccia buoni lavori di bocca.
C’è più verità nelle cazzate che dicono gli uomini che nei
loro ottusi silenzi.
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