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domenica 15 marzo 2015

La filippina


Che poi uni dice eh i luoghi comuni!, eh certe affermazioni sugli uomini!, eh, le generalizzazioni.
Ma sento raccontare certe robe in giro così banali e sciocche che nemmeno Vanity Fair. Perché dai, suvvia, nulla è più inutile e ammorbante che una rivista femminile e la femmina che la legge.

Comunque la storia è storia ed è andata esattamente così come “la” Simona –milanese- me l’ha raccontata stamattina.
E giuro, non c'è niente di peggio che un’amica che piange. O forse sì, e cioè un’amica milanese che piange e un po’ bestemmia è proprio da suicidio.
Comunque c’era uno, anzi, c’è ancora, che abita ai Navigli, uno psicanalista sessantenne con loden e borsalino che non farselo sarebbe stato un vero peccato. Vedovo da dieci anni, adocchiato sui social e ripescato al Blu Note. Misterioso che più di così non si può.
La Simo si era anche ben preparata sul free jazz e i suoi maggiori interpreti perché non sembrasse fosse andata lì soltanto per incontrare lui e strappargli le informazioni di base senza che s’insospettisse.
Nome, cognome, ah sei su Facebook: dai sentiamoci.

Da lì, interminabili chattate notturne, lei con il suo fedele Mac, computer e cane di razza nana, lui con la sua grande famiglia di gatti e bourbon.
Lavoro, impegni, letture, madre anziana, figlio maschio in crisi, e il fascinoso psicanalista rimandava ogni volta l’appuntamento, quello vero, serio e impegnativo, una cenetta a due con tanto di candele e camera da letto nei pressi, il minimo di privacy necessaria a giochetti intimi e piccanti. Ristorantini e serate jazz quanti ne voleva, ma sempre con saluto a mezzanotte e il rassicurante “ci si vede on line”.
Non che la mia amica fosse smaniosa di prenotare dall’estetista, dal parrucchiere e in boutique, ma noi sappiamo che finché non c’è niente, finché non succede quello che deve, nessuna pretesa può essere avanzata, nessuna richiesta di fine settimana fuori, né di settimana bianca o di crociere tra i fiordi, insomma quelle robe che le coppie borghesi fanno di default senza nemmeno dirselo.
Invece, da un anno, le parole, anche sconce, sogni e desideri, si palesano soltanto sul monitor, espresse in piena libertà dal professionista dell’inconscio –con qualche timido accenno a volgarità da letto- senza mai tradursi in azioni.
A niente erano bastate le caute proteste della mia amica: mi piacerebbe vedere dove vivi per immaginarti meglio, sarei felice di cucinare qualcosa di speciale per te, eccetera.

Infine, dopo molte resistenze e un appuntamento al centro estetico, Simona gli invia foto esplicita con cauto subject “aprila quando sei solo”.
Dopo un’ora, eccolo, un invito in un hotel storico del centro per il martedì successivo, durante la pausa pranzo.
Un Hotel?
Casa non ce l’ha?
In allarme, la Simo mi telefona e le ipotesi sul tavolo si riducono a una, sola, ovvia: ha un’altra.
Ovvio. Se traccheggia, se ti vede soltanto fuori casa e on line, è chiaro che sta con un’altra, che dieci anni di vedovanza per un maschio italiano incapace di lavarsi i calzini son proprio troppi.
Ci mettiamo una pietra sopra (io l’aiuto almeno a sollevarla, poi andiamo a farci un drink).
Lui non s’impegna a cercarla, cosa che Simo si rifiuta di ammettere, accontentandosi dei frequenti “like” che lui mette ai suoi stati di Facebook, romantici, nostalgici e anche un po’ patetici.

Simonetta continua a scorrere il profilo di lui, e a non capire.
Ma diglielo no?, chiediglielo. A freddo. Lo inviti per un drink e guardandolo in faccia gli domandi di svelarti il vero motivo della sua riluttanza.
Il tempo è uguale per tutti, no?
Sai quanti ne trovo?, mi fa lei pur di evitare una domanda diretta e una risposta del tipo: cazzo vuoi?
Ma il destino è bastardo, così causa un giro domenicale sui navigli con un’amica romana, se lo ritrova seduto al tavolo accanto che, in solitaria, mangia una zuppa di farro annaffiata da un solitario bicchiere di rosso.
Stavolta la Simo non risponde alle sue allusive e mail.
Bisogna agire.
Infatti l’invito arriva.
Stavolta la mette sul teatrino sessual perverso del gioco di medico e paziente: Sai, le dice, sarebbe bello venissi in studio da me.
In studio?
Convocate, io e le altre le consigliamo di resistere, una cena a casa sua o niente da fare.
Nasconde cadaveri delle ex mogli negli armadi?
Sai, le dice lui quando la Simo si decide a interrogarlo via email, - è che qui c’è la donna a servizio intero e… è una vecchia filippina che mi conosce da anni, non sono uno che ama intromissioni esterne nella vita privata-.

È fatta. Lei si precipita al suo studio in completo intimo sexy e una cena take away presa dal cinese.
La serata è sorprendente e il finale fin troppo prevedibile.
In una email le spiega le ragioni della propria inguaribile depressione e sparisce dai social.
Simo si placa quando inizia una relazione infuocata con un cuoco di Brembate di Sopra, più giovane di lei di vent’anni e con una gran voglia di usare il proprio tavolo di cucina in modo alternativo.
Del maschio con loden e borsalino nessuna notizia fino a ieri pomeriggio, in Galleria.
Nella Boutique Vuitton, mentre ritira la sua carta Gold infilando la busta griffata al braccio sottile di una splendida filippina.

Altroché generalizzazioni e luoghi comuni.
L’italiano single ha due scelte, o si fa l’amante che gli pulisca anche i cessi o la cameriera che gli faccia buoni lavori di bocca.

C’è più verità nelle cazzate che dicono gli uomini che nei loro ottusi silenzi.

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