Pagine

martedì 24 gennaio 2012

Teresa e il pensiero vintage.

Che nervi questa Italia che sta sempre a commentare,
colpa dei social network e della disoccupazione,
colpa di chi ha detto che solo l’ironia,
ci salva dalla noia e dalla misantropia.
L’ansia di dir qualcosa e di comunicare
di stare lì sul palco e tutti a straparlare.



La fantapolitica e l’arte del complotto
son quasi più attraenti di un terno al lotto.
La storia è sempre quella ed è quasi un tormentone
non esiste più know how né la vera professione.
Ognuno s’improvvisa secondo l’occasione
oggi capitano, domani, cialtrone.

Tutti sempre in cerca del bruco nella mela
e ora ci si mette anche la giovane moldava.
Uno non è eroe ma ha fatto il suo dovere
l’altro è un vigliacco e non c’è altro da sapere.
Digitare un’opinione, o fare copia e incolla,
è ormai dell’esistenza, l’unica molla.

Il web è popolato da editori rinomati,
e tutti ci auguriamo di essere notati.
Ma giudici e padrini li incontri alle feste
alle inaugurazioni o nelle case d’aste.
La casta dei giornali e dell’editoria
badano al tuo nome e mai alla fantasia.

La colpa è di chi lascia a casa l’eccellenza,
lo Stato sempre il primo ad aprire la danza.
Le stanze di palazzo aperte alle veline
ventenni laureate a pulire le vetrine.
Dicono che il clima è veramente cambiato,
ma io la differenza ancora non la noto.

Inutile sforzarsi e sperare in un futuro,
nella vita devi avere solo un gran culo.
Non serve lo studio, non la competenza,
di quella già sappiamo che si può fare senza.
A nessuno proprio importa dove hai studiato
a tutti interessa chi è che hai conosciuto.

Sottosegretari che cercan soluzioni
Sono sempre i figli “di”, dei soliti padroni,
uno che a studiare non ha faticato
e che a ventidue anni è già laureato.
Lo studio di papà a sua disposizione
un doppio stipendio e la certa pensione.

Dovremmo finirla di stare a sindacare
di cercare ogni minuto la frase originale.
Un poco di umiltà e di ascolto interiore
e mettersi nei panni dell’interlocutore
Invece di cercare di emergere tra i tanti,
cerchiamo la verità che è in tutti quanti.

Non sono disfattista e la politica non c’entra,
è un fatto di costume in cui conta l’apparenza.
Io che sono nata negli anni sessanta,
io che ho preso tutta la mia dose d’ideale,
io che a colazione bevevo latte e “Capitale”,
tra queste macerie, mi trovo proprio male.

4 commenti:

  1. Il sottotitolo del mio blog recita: satira da salvataggio, ma non mi basta più nemmeno quella, sono come un tossico che deve aumentare in continuazione la dose.Scrivo per salvarmi il cervello ma noto, con preoccupazione, che non fa più effetto. Probabilmente lo schifo che ci circonda mi ha intasato il cervello e pensare che al soluzione è, sarebbe, semplicissima. Basterebbe che la politica tornasse al suo ruolo e condizionasse l'economia, non viceversa.
    (Teresa perchè non ti fai un bannerino che porti sul ruo blog cliccandoci sopra?)
    Se riesco te lo faccio io e te lo mando per email.

    RispondiElimina
  2. Grazie, ma come un bannerino? va beh, magari quando me lo mandi capirò... così come capirò cosa usare per registrare la mia voce attoriale che recita il rap di Teresa... per quanto riguarda la satira non so, ho solo Teresa e le sue considerazioni ma il resto di ciò che scrivo è dramma. ;D

    RispondiElimina
  3. Elena! Alla fine hai composto un rap!

    RispondiElimina
  4. è da un paio di settimane che compongo Rap. felice che lo sentiate... ;)) Presto di teresa ci sarà anche la voce. non so se Rap o recitata.

    RispondiElimina