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mercoledì 1 dicembre 2010

PENNA ROSSA - 1° episodio


E se fosse una donna?
Beh..., pensò osservando le sue unghie perfette e lucide, se  fosse una donna in grado di giocare come un uomo ma in possesso di tutte le caratteristiche che del gentil sesso più amava, si sarebbe dichiarata disposta anche a un rapporto lesbo.
D’altra parte, si disse per rafforzare il concetto, fino a oggi aveva trovato solo nelle donne un interesse che andasse al di là suo bel viso e del corpo infantile e agile.
Guardò il paesaggio livido e si strinse nell'ampio pullover rosso, quello da tramontana, il più caldo che aveva.
Certo che da lì sembrava proprio di stare sulla strada, un pezzo di lungotevere che scorreva rumoroso all’altezza della finestra e del suo naso e di cui poteva scorgere anche una buona porzione di umanità, persino le facce dei automobilisti stanchi del traffico romano, a occhio nudo, senza inforcare le lenti.
Si nascose di nuovo dietro al monitor e riprese a scorrere le righe ostili che il navigatore anonimo postava ogni giorno ai suoi brevi racconti.
E se da un lato quell’intromissione sfacciata e per certi versi umiliante l’aveva infastidita, dall’altro l’idea di avere un interlocutore così sicuro di sé e incline al pessimismo e a cercare negli altri un difetto, la eccitava.
Quella era una caratteristica che denotava forza, e la capacità di guardare oltre quella fragilità che tanto bene le si adattava, le fece intravedere un’individualità degna di nota, una boccata d'aria in quell'ambiente chiuso e autoreferenziale.
Comunque qualcuno in grado di tenerle testa non era così facile da incontrare!
Tutti sempre così inclini a vezzeggiarla in attesa di qualche appuntamento off line e di un possibile premio per la "priorità acquisita".
E sorseggiò qualcosa, guardando di nuovo la strada e domandandosi perché rimanesse lì in attesa che l’anonimo di rifacesse vivo invece di mischiarsi a quel lavorio incessante e produttivo.
Qualcuno le aveva domandato, e giustamente, come mai fosse certa non si trattasse di una donna, e le sue ragioni furono giudicate plausibili.
L’abitudine a risponderle sempre di notte, e sempre alla stessa ora,  le aveva fatto pensare prima a un marito lavoratore che mette a letto la famiglia per dedicarsi a digressioni piacevoli e solitarie e poi, a un abitudinario noioso, solitario e ossessivo.
Dispersa la seconda ipotesi, affatto eccitante, in una volata di fumo, la donna riprese a specchiarsi nel monitor per leggere quelle righe in cerca di altri indizi.
Aveva prima di tutto interpellato alcuni dei suoi amici più cari, intellettuali e scrittori di buon calibro che di tanto in tanto si facevano vivi in chat per un incontro a due e non di tipo letterario, ma avevano tutti negato di essere loro i detrattori, e d’altra parte non c’era motivo per intervenire sul suo blog, visto che non era famosa, e non aveva proprio senso farlo nascosti da anonimato: erano tutti uomini che esibivano volentieri le gaffe altrui, se non altro per innalzarsi di qualche centimetro calpestando eventuali talenti nascenti e tanto per dimostrare l’incapacità, soprattutto delle donne, di essere all’altezza di quel mestiere.
Una riflessione di lunga durata poi, non era una caratteristica che riconosceva dentro di sé, e di norma, sapeva le donne più istintive, soprattutto se provocate ad arte infine, le parole dell’anonimo, sempre misurate e pungenti, non potevano non condurla a una voce calda e maschile, e anche se questa era una considerazione priva di fondamento, volle prenderla comunque per buona .
Si era anche spinta oltre, avvolgendosi nel pensiero caldo e puerile che a digitare quelle critiche fosse stato proprio il suo maestro, quello che le aveva insegnato tutto, incoraggiata e spinta a farsi largo in quel mondo che scopriva ogni giorno più affollato e claustrofobico.
Lui era stato il solo ad aver rifiutato le sue attenzioni e i ringraziamenti devoti, l’unico a spingersi oltre, giudicando l’attitudine così sensuale della sua allieva come una caratteristica malsana.
E stava in attesa ma non sapeva ancora di cosa, ed era in quell’attesa che Marina poteva dar forma alle più fantastiche illusioni, plasmarle a suo piacere per lasciarsi infine condurre  oltre l’invernale grigiore, lontana da quel costante senso di solitudine che le suggeriva solo storie prive di  dialogo.


3 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=5PFC_c2yuBM

    PR

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  2. yes. :D a parte il graditissimo omaggio e dopo un'assenza giusta, non ho ancora indizi degni di riflessione...

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  3. sbaglio Penna Rossa... qualche elemento in più c'è...vediamo come vado nel 2° episodio

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