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lunedì 7 marzo 2011

8 MARZO


Italia, Marzo, anno 2011. Una donna Manager licenziata rapina sette banche al Nord: ha perso il lavoro e ha due figli da mantenere.
Roma, arrestata per aver rubato due magliette in un grande magazzino viene, secondo la sua testimonianza che non stento a considerare vera, stuprata da alcuni carabinieri e da un vigile del fuoco, e in una caserma. In un luogo considerato sicuro.

-Non so nemmeno perché io l'abbia fatto!- questo ha detto la donna a proposito del furto!
E cosa può dire a questa donna lo stato –che perdonatemi ma devo scrivere con la "s" minuscola-, cosa le può raccontare una giustizia che chissà quando si degnerà di celebrare il suo processo? E soprattutto, cosa pretende di insegnare?
Che in Italia esiste una legge che proibisce alle persone di rubare? E a chi lo proibisce?
Siamo come in guerra, costrette a venderci al nemico per un tozzo di pane, per del formaggio, per un pugno di riso.
Per secoli condannate alla sola attività di partorienti, tradite e costrette a ingoiare bocconi sempre amari, considerate sciocche o isteriche, rinchiuse in manicomio per aver detto una parola di troppo o magari per aver preteso di scegliere.
Poi,  conquistato il diritto al voto e al lavoro siamo state condannate di nuovo e a fare questo e quello, a badare al lavoro e alla famiglia e senza poter produrre fiato, magari piegate dalle botte di un marito alcolizzato, fallito e invidioso del nostro successo. E ce la siamo voluta! Così direbbe qualcuno.
Il lavoro!
Basta dare un’occhiata agli annunci per pentirsi di essere nata femmina e per trarre l'amara conclusione che niente è stato fatto. Perché tranne che per i divertentissimi annunci di procacciatori di  squillo - cui vanno bene anche  quarantenni, meglio se navigate-, per una donna che abbia superato una certa soglia di età non esistono più opportunità di lavoro. Come se l’esperienza non avesse peso, la maturità alcun senso.
E ragazze madri e donne divorziate o felicemente single, sono alle prese con affitti arrivati alle stelle -e nessuna norma che metta in galera proprietari che evadono il fisco o chi organizza aste di vendita "inter nos"!-.
Donne in lotta per un posto in asili nido stracolmi, servizi al cittadino latitanti, analisi del sangue che anche nelle ASL paghi una tombola e che, se guadagni la miseria di novemila euro l’anno, nemmeno ti rimborsano.
E case popolari nella morsa della malavita!
Vediamo la televisione e i media interessarsi ogni giorno alle adolescenti addobbate come prostitute, a ragazzotte che si lasciano comprare per cifre da capogiro da settantenni impotenti; donne che si accalcano per partecipare a film hard core e alla selezione del grande fratello –la prestazione non cambia di molto- e poi le dimenticate -perché non fanno notizia-, una schiera, un esercito di donne madri, donne single o donne nonne che in questa inaccettabile realtà si guardano attorno chiedendosi dove si trovino.
Ovviamente è sempre tutto controllo. Siamo informati su tutto e in tempo reale. Appena una notizia fa clamore si accendono i numeri verdi, e i riflettori dell’indignazione e del buon senso comune ma in questo caso non su di lei, la ladra di magliette che invece di un domiciliare è dovuta andare in galera per davvero lasciando soli i suoi bambini.
Ma alla fine tutto si dimentica e tutto passa in secondo piano, e neanche dopo un pugno di ore.  Magari dopo che, per buona coscienza, ci saremo indignati per bene postando la notizia sul web o scrivendo articoli per il nostro blog.
Noi con la nostra realtà che ci soffoca da una parte, e lei con la sua dall'altra.
Ci sarà l’otto Marzo e un altro giorno di orgoglio femminile, vedremo deputati, onorevoli e giornalisti anche sorprenderci con parole di sdegno, ma di lei, della donna arrestata per un furto da niente e violentata da quattro bastardi non resterà che in qualcuno, forse, un vago ricordo.
Come le decine di imprenditori che si sono tolti la vita, o quelli che, sempre più spesso, si lanciano sotto un treno e magari, sopravvivono.
Così come scoppiano i casi si sgonfiano.
Forse non ne abbiamo mai abbastanza.
E la coscienza, una volta al sicuro nella nostra proprietà comprata a rate, tace. 

2 commenti:

  1. Leggo solo ora questa tua riflessione.
    E mi viene da pensare una volta di più che il nostro modello di vita è ormai una stoffa con troppi buchi, ma buchi così grossi che difficilmente si potrebbero "rattoppare", checché ne dicano certi mestieranti della politica (che dovrebbe essere una cosa seria e invece è ormai ridotta a spettacolo scalcinato di varietà, di quelli dove i comici non fanno affatto ridere).
    No, forse non c'è più niente da rattoppare, bisogna proprio decidersi a cambiare la stoffa.
    Ivan

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  2. http://video.repubblica.it/cronaca/la-vittima-il-mio-8-marzo-in-fuga-da-un-marito-violento/89843/88236

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