Lo so, dico sempre che sarà l’ULTIMA ma poi ci ricasco.
E poi c'è sempre chi mi scrive, mi suggerisce, mi sprona.
Lo so, la sopravvivenza è dura per chi ha un filo più di
classe.
Twitter è pieno di sorprese, della volgarità innata che va oltre
la battutaccia, che è propria dell’animo di chi agisce, che non viene nemmeno programmata dai cretini che si
atteggiano a Star sperando in un programma televisivo di successo: ci hanno già
provato ed è stato un tonfo, non credo prenderanno più nessuno da twitter a
condurre programmi pre serali #perdire
Oggi, per esempio, ho trovato il defollow di un brutto ceffo
di nome e di faccia, cui avevo dato il follow back grazie alla bio: un
giornalista pubblicista fa sempre comodo, se poi recensisce libri ancora
meglio. Peccato non aver letto prima il suo blog di brutte recensioni, su
classici naturalmente, il solo modo per evitare di dare giudizi personali su
opere sconosciute. Si sa, le pecore seguono il gregge e il giudizio comune.
E poi mi domando come questi nuovi uTOnti pensino di
cavarsela nel tentativo di aumentare il numero di follower e non nel cercare nuovi contenuti. La quantità meglio della qualità, insomma. Meglio cinquanta magliette comprate nel negozi cinese che una Lacoste originale.
Quelli che, tenendosi per sé i tweet più belli scorsi sulla TL, li stellinano per poi ricopiarli, male, un paio di giorni dopo.
Che scrivono sulla bio una marea di puttanate.
Che cercano l’originalità a tutti i costi.
Che scrivono frasi a effetto che trasudano bisogno di consenso e
non hanno nemmeno un po’ di VERITA’. Verità, quella roba che al primo corso di
scrittura creativa vi si dice vada al primo posto, tenuta in considerazione e
curata più di ogni altra cosa.
Autenticità, quella cosa che arriva –o dovrebbe arrivare- al
cuore di chi entra in libreria per comprare il nostro romanzo (semmai ce ne
fossero).
Originalità, che al di là di proclami cretini sulla libertà
individuale, o ce l’hai nel sangue o è inutile che ci provi.
Creatività, quella cosa che grazie al cielo non si compra
nemmeno con tutto l’oro del mondo.
Non so se i neofiti lo sanno, ma tanti ex tuitteri, stimati
e amatissimi, si sono dileguati nel nulla dopo aver comprato follower, presi in
giro dall’intera comunità e dalla fidanzata.
Il trucchetto: follow defollow poi, lo conosce anche mio
nipote nato tre giorni fa: è cafone, si usava quando non c’erano i dispositivi
per verificare chi ci segue, cioè si usava al tempo di Checco e Nina. Oggi
chiunque può verificare chi ci ha defollouato per defollouarti a sua volta, a
te, che così, con una mossa furba, pensavi di diventare tweetstar. Anche se non
nascondo che ai bei tempi c’è anche chi ci è riuscito.
Tripli, quadrupli, quintupli profili appartenenti a uno solo
che si rituittano tra loro complimentandosi, interagendo pure, e che mi
piacerebbe poi capire se sono gli stessi fake che poi quando sei in fila alla posta
parlano di onestà intellettuale.
Non so, non capisco e non mi adeguo.
Se vuoi il follow back a tutti i costi te lo do pure, certo,
ormai è quasi un obbligo, ma ti zittisco ed elimino ogni tuo retweet: del
gattino, della femmina col culo da fuori o del cane abbandonato. Per quello c’è
FB dovresti saperlo anche tu, che ti aggiri come uno zombie agguantando la
simpatia di chiunque e condividendo senza criterio: se non per compiacere
l’amico.
Insomma peggioriamo tutti.
Senza che nemmeno ci sia qualcosa in gioco.
Soltanto per provare la nostra esistenza di là di un lavoro
di merda e che non abbiamo scelto.
Ricordiamo anche che il mondo ha bisogno anche di segretarie, pizzaioli, imbianchini e meccanici. Non solo di artisti che, comunque, anche se ormai alla fame, non se ne vanno in giro per il web a regalare le proprie opere al contrario di chi, uno stipendio fisso lo porta a casa.
Ricordiamo anche che il mondo ha bisogno anche di segretarie, pizzaioli, imbianchini e meccanici. Non solo di artisti che, comunque, anche se ormai alla fame, non se ne vanno in giro per il web a regalare le proprie opere al contrario di chi, uno stipendio fisso lo porta a casa.
Buona domenica.
E tanto che ti leggo, adesso invece ti voglio seguire, fino in capo al mondo.... Brava come sempre Bibolotti. Lucky
RispondiEliminanon c'è nessuna deriva tutto è nell'ordine delle cose, l'uomo non è una bellezza ma una necessità e le necessità non sono soggette a giudizi di valore, internet amplifica e moltiplica le personalità e le libertà si è in ogni luogo nella totale assenza. L'Arte è borghese, il superamento dell'arte è volgare si è capolavori, il mondo non ha bisogno di lavoratori ma di pensatori che si provi a far la pizza senza pensare agli ingredienti, illudersi di essere autori di qualcosa è molto sciocco, le parole non appartengono all'essere parlante. L'unica verità tangibile è la contraddizione perché conoscersi significa sporcarsi, perché l'evoluzione continua. L'Armando. Armando Guglielmo
RispondiEliminala coerenza è serva del potere. l'evoluzione procede per tentativi ed errori, bisogna prendere coscienza che questa è un'era primordiale. la terra ha 4 miliardi di anni, homo sapiens centocinquantamila, la nostra specie è una bambina appena nata che brancola nel buio. il mondo di internet è agli inizi, il confine tra ciò che si considera reale e ciò che si considera virtuale via, via sarà sempre più labile.
RispondiEliminal'uomo non 'è nato per lavorare, ripeto la terra ha bisogno di pensatori, l'unica mondo reale è il mondo che si pensa L'Armando
Non voglio scoraggiarti dal commentare, Armando, ma se i tuoi commenti fossero più personali e aderenti a ciò che scrivo sarebbe tanto di guadagnato. si parla di Twitter non dell'esistenza. ciao.
RispondiEliminadov'è la differenza? Twitter non è una rappresentazione del mondo?
RispondiEliminail mondo non è una rappresentazione?
sei sicura che non vuoi scoraggiarmi?
RispondiEliminaspesso nella negazione si nasconde un'affermazione. perdona il fastidio
Il problema è che non capisco ciò che scrivi. Perdonami. Ho la sensazione che tu stia ragionando tra te e te. E francamente non è uno scambio.
RispondiEliminaNo, twitter non è la rappresentazione del reale ma dell'ideale. Grazie a dio nel reale la finzione è meno semplice: se sei un cesso, cesso rimani. Se sei ignorante non puoi correre a leggere wikipedia. Questa storia del social=reale è di una banalità sconcertante. Rileggiamo un pochino Calderòn... cerchiamo più senso tra i luoghi comuni. Non ti offendere, ma sul serio, fatti capire. ciao.
RispondiEliminail grande Teatro è tale quando non è più comprensibile, la vita è incomprensibile. cesso, ignorante o fannullone sono categorie del tutto arbitrarie, il mondo ripeto è una rappresentazione sensoriale che il cervello elabora come un computer. devi offendere
RispondiEliminaMa che dici? Mi pare tanto nichilismo adolescenziale di chi il nichilismo non lo ha ben compreso.Ciao. Scusami ma non ho più l'età per soffermarmi sulle pippe mentali.
RispondiEliminaho compreso che il Carmelo non è gradito. quante volte bisogna ripetere che non si parla ma si è parlati. scusa ancora il disturbo non disturberò più
RispondiEliminaCarmelo Bene l'ho conosciuto e anche bene. Ho iniziato a fare teatro a 14 anni, l'ho lasciato a 27 con un contratto allo Stabile di Modena. Ovvio che l'ho seguito, amato e conosciuto. Ma aveva grossi limiti, uno tra tutti quello di parlarsi addosso. lui lo sapeva e ne rideva anche. Cerchiamo di non farne un mito. Ho qui tutti i suoi libri, datati. Non è che non son graditi i tuoi commenti, è che bene è morto, io no. Questo è il mi blog e qui CB non è citato. Fossi un pochino più attento agli altri, a dare risposte che siano in argomento, anziché vagare altrove senza dire nulla, magari avresti trovato il post nel quale parlavo di lui. Ho capito chi sei, mi ha colpito la tua intelligenza, ma devi imparare a parlare con le tue parole non a recitare quelle degli altri. L'adolescenza è un bel momento ma dovresti svegliarti. Mi sa che non hai più sedici anni. Dai, coraggio.
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