Son qui nel mio studiolo a far meditazione,
difficile è però trovar la buona l’ispirazione.
Se è la nazionale poi che si lancia sul pallone
e non posso io alienarmi da tanta confusione,
non posso che lanciare un sonoro sospirone
e rassegnarmi anch’io a finirci nel pallone.
Allor ora m’acchitto per scendere in piazzetta:
è lì che stanno tutti con in mano birra e pizza.
C’è anche Pino il tizio con la barba che m’attizza
così io mi metto lì, sul muretto a fare la civetta.
Solo un paio di bottoni del vestito io mi slaccio
se la nazionale vince, io mi metto in ginocchio.
Lui tiene la birra in mano e commenta colorito,
è proprio vero che, quel Pino è un saporito fico.
Ma mai come Balotelli, che ha fatto impallidire
l’italiano medio e il suo razzismo mai da dire.
Allora son felice, e al primo goal gli do una botta
Pino mi guarda e dice «sei pronta per la lotta?».
Felice corro a prendere una birra e dei taralli,
saltello per la piazza e tintinno di sonagli,
serate io e lui a ballar musica anni ottanta,
che vado pure in chiesa, e tocco acqua santa.
Lui intanto è tutto preso, gesticola, borbotta,
io benedico quella proverbiale e forte botta.
Chissà se è così anche quando fa l’amore,
oppure è così fico sol davanti ad un pallone?
Mio dio che grosso dubbio ora m’è venuto:
che di questo tizio io mi dimentichi anche il nome
che guardandolo stupisca e mi ricordi del pallone
che mandò un giorno in pezzi la vita e il mio cuore.
Allora mi defilo e lascio Pino tra gli amici,
saltello oltre la Piazza, e salto sulla bici.
Preferisco avere il vento ad arricciarmi i capelli
Che il suo speciale spot su Cesare Prandelli.
Vado sino al mare, mi distendo sulla rena
Alzo gli occhi e... «Uh... non c’è la luna piena».
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