Veramente duro il mestiere del "predatore da spiaggia". Molto
in voga dal dopoguerra agli anni sessanta, epoca della liberazione sessuale, e
che credevo ormai del tutto estinti, i “Lumaconi” si aggirano in tenuta estiva
alla ricerca di un affetto che vada oltre i pixel dei social network, che
abitano sicuramente coperti da anonimato.
Quest’estate mi sono messa d’impegno per scovare, e
studiare, le manovre di aggancio in spiaggia, come sempre l’ultima e libera, guardando
il castello Odescalchi e la riserva del WWF.
Il lumacone, termine veramente giusto, vista la scia di bava
che il nostro protagonista in boxer fluorescenti si lascia dietro, è visibile
anche a occhio nudo e a uno sguardo disattento.
Di norma solitario, si aggira per le spiagge già di primo
mattino in cerca di signore possibilmente sole, o con figli urlanti al seguito
cui dare immediato soccorso.
Mai troppo bello, in linea di massima abitante del luogo ed
estremamente paziente, il lumacone può essere anche utilizzato dalla MILF di
turno (Mother I'd Like to Fuck) come baby sitter, trasportatore di lettini, piantatore di ombrelloni, o gonfiatore
di materassini, braccioli e ciambelle. In seguito, se l’amicizia dovesse
cementarsi, e senza naturalmente che si arrivi mai a un nulla di fatto, potrà
essere comodamente utilizzato come pedalatore di pedalò, falciatore di prati, trasportatore
di buste della spesa e pagatore di cene per signora e pupi al seguito.
Perché sì, un po’ se la cerca e quindi e va punito.
Il lumacone cammina con zainetto e ombrellone sul
battigia finché non trova il territorio di caccia più giusto (sempre
domandando perdono alle femministe toste), ossia il pezzo di spiaggia dove ci
siano almeno tre delle rappresentanti del genere femminile in questione. Mai
gruppi troppo folti di giovinette, con le minori si rischiano la galera e
soprattutto la presa per il culo a vita, e mai zone dove ci siano troppe
famiglie il cui sguardo potrebbe seriamente compromettere le manovre di
avvicinamento e attaccamento di bottone.
Con sguardo clinico studia il territorio dietro occhiali sa
sole scuri e ciabatta rumorosamente sull’arenile, con piedi rigorosamente a
papera, fin dove si spingono i bagnanti, fingendo un’innocua passeggiata. Una
volta trovata la zona propizia, il nostro eroe stenderà il telo (sempre nuovo,
colorato e bello grande), in modo equidistante dalle tizie papabili, tirerà fuori
creme solari di ogni tipo (possono sempre servire come gancio) e un bel libro,
grande grandissimo, che gli dia un tono intellettuale disinteressato, e che gli
servirà come diversivo.
Non manca mai il cellulare ultimo modello per immortalare,
non visto, la sua donna ideale, e il suo didietro, da mostrare agli amici o
postare sulla propria pagina Feisbùc, e per fare due chiacchiere con altri
lumaconi che, in giro per altre spiagge e in altrettanti boxer sgargianti, sicuramente
gli racconteranno una marea di fandonie sulle proprie succose conquiste estive.
Ride e fa il vago ma il suo è un lavoro veramente stressante
visto che quest’estate, i due che ho preso in esame, pedinato e spiato, a parte
me, che impietosita ho deciso di farmi offrire una cosa al bar, scappando poi vigliaccamente
con la scusa di un allagamento casalingo, non hanno fatto che enormi buchi
nell’acqua, il che, al mare è anche abbastanza scontato.
Una volta sistemato tutto l’ambaradan da spiaggia, si mette
in moto con atletiche corse in acqua che facciano rumore e schiuma tali da
renderlo inequivocabilmente visibile, e nuotate ardite in stili che, fisico e
preparazione atletica, gli permetteranno di avanzare verso il largo di un paio
di metri al massimo.
I tuffi, laddove fosse possibile eseguirli in sicurezza,
sarebbero un gran bel biglietto da visita se non si concludessero, di norma, in
schiumosissime panciate così rumorose da far voltare tutte le MILF della
spiaggia.
Astenendosi da certe esibizioni, il lumacone eviterà di
dover cambiare spiaggia ogni giorno.
Il mio personale lumacone, dal quale quest’anno sono
riuscita a fuggire, e che mi ha poi perseguitata con sms piagnucolosi, è un over
cinquanta di grande stazza e di presenza gradevole che si da arie da ricco affarista.
Il che, visti i tempi, gli offre qualche chance in più.
In teoria, fossi stata libera, mi avrebbe invitata negli
alberghi più esclusivi del Circeo, sulle barche più belle della costa, al
Giglio e a Porto Venere, ma in pratica, mi ha riempita di chiacchiere
assolutamente evitabili.
Non colto ma informato su tutto, crea ormai grande scompiglio
e generale fuggi fuggi, tra le single frequentatrici degli stabilimenti del
territorio e di tutte le spiagge libere.
Dotato anche di mini frigo, arriva subito al sodo con dei:
posso aiutarti a spalmare la crema, posso lavarti i piedi, posso avere il tuo
numero di cellulare sono una brava persona. Gioviale e gentilissimo, iscritto
(a suo dire) nei club velici più esclusivi che però non frequenta perché “pieni
di vecchi”, riesce subito a bloccare la vittima designata al proprio
asciugamano. La rintontisce di chiacchiere sulla politica, citando a raffica
frasi o interi articoli dei quotidiani che ha nel grande borsone, infilando qua
e là, con una velocità da surfista, complimenti tali che per qualunque donna sarà
difficile non sorridere di gratitudine.
Il suo difetto è la logorrea. Elargisce luoghi comuni anche
in acqua, inseguendo fin lì, e senza chiederglielo, la gentile signora che
sperava di potersi liberare della sua parlantina soltanto per una manciata di
minuti.
È ossessivo come un amante geloso. Abitudinario come un
marito. Permaloso come un bambino.
Non trovando l’oggetto dei suoi desideri esattamente dove
l’aveva lasciato il giorno prima, lo cerca e lo scova a costo di marciare per dei
chilometri, per esordire con un accusatorio: se non gradivi la mia compagnia
bastava dirlo!!!, che crea nella vittima immediato sconcerto, senso di colpa e
vergogna.
Quest’anno, nascosta da occhiali da sole e cappellone, l’ho
visto un paio di volte gesticolare all’indirizzo di signore di bell’aspetto che,
esattamente come me l’anno passato, si guardavano intorno, disperate, in cerca
di aiuti esterni, o di un temporale fragorosissimo che le liberasse dello
sgradevole compito di mandarlo a quel paese, quello, il più lontano, possibilmente
oltreoceano, su ampie spiagge caraibiche, e a vita.
"Il lumacone cammina con zainetto e ombrellone sul bagnasciuga..."
RispondiEliminasulla battigia. sulla battigia.
http://www.wordreference.com/definizione/bagnasciuga
RispondiEliminaQuindi si dice in entrambi i modi. Ho corretto battigia perché mi piace di più... comunque una scorsa al vocabolario prima di fare il maestrino/a. Grazie.
rileggo certi commenti e mi domando perché li pubblico e perché rispondo.
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