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giovedì 13 dicembre 2012

THE RED LIST #Anna


“Le persone che hanno subito un danno sono pericolose”, questa la citazione della Hart che Anna ha trascritto sul suo profilo twitter ed è la stessa che, più o meno ogni due/tre settimane, posta come stato su FB.
Anna ha profili da cinica in bianco e nero.
Accarezza un’idea di maschio poco praticabile se non mettendone un paio assieme.
Ha avuto poche storie vere e tutte importanti, tutte a distanza e tutte così mentali che di quegli uomini ricorda a malapena la voce.
Sicuramente devono avere una bella testa!, si ostina a dichiarare ogni volta che lamenta la mancanza di “materia prima”, durante le serate tra amiche, quando attorno a un tavolo e tra non poche bottiglie elencano, raccontano, disfano e sezionano le numerose storie passate e presenti.
Ogni volta però, tra esplosivi “lo amo” e depressi “lo detesto”, si accordano sull’idea che i maschi non sono più quelli di una volta. E ridono.

Anna, la sua faccia ce la mette tutta on line.
E per il fatto che è un’attrice, o almeno ci prova, si permette il lusso di personificare certi stereotipi così amati dai registi nostrani, quelli che una volta indossati, difficilmente riuscirà a scrollarsi di dosso.
Rassegnata a ruoli drammatici tra Strindberg, Wedekind e Ibsen,  si è messa comoda nella parte di donna velatamente vendicativa e piena di eccessi –alcol, fumo, sesso-, incline all’amore masochista e un po’ lacrimoso. Ma va bene così: sono come tu mi vuoi, canticchia nella doccia. 

Vecchi attori ormai inabili a qualsiasi uso, a parte quello di farle conoscere registi, sono tra i suoi carnefici preferiti. Spera anche di sposarne uno, chissà, un giorno. Pensa che senza sesso, che viene a noia, potrà contare su una certa tranquillità, una bella casa in centro e una buona eredità o almeno la pensione di reversibilità.
Ma questo calcolo lo fa sottovoce, perché di tanto in tanto sì,  le sfugge, ma lo mette via in fretta, come i preservativi usati con i coetanei  e sparsi ovunque in camera da letto.
Comunque, grazie a FB può evitare di dover andare in teatro a stanarli, star lì a far “anticamerino” per un’ora, dover spendere i soldi per la cena, disperdere le competitor dando loro l’indirizzo sbagliato del ristorante e dare spintoni per accaparrarsi il posto accanto al primo attore.

Oggi, grazie alle tecnologie, cui anche i più tradizionalisti frequentatori di palcoscenici si sono piegati, Anna riesce a fare centro anche due volte l’anno.
Certo non fa mai i conti con la propensione alla caccia, che l’anziano munito di Viagra e Cialis, ancora conserva.
Anna è giovane, non è in grado di mettere in conto, che nemmeno troppo in fondo certi uomini sono difficili da manipolare e che di certo non sono on line per trovare la perfetta Isabelle o Desdemona. Ma sarà per quell’odore di teatro che gli si è attaccato alla pelle, per il loro modo di guardare –così diretto da uccidere al primo assaggio-, per la voce, che poi dimentica, ma che fa tanto Jago e Hamlet, che Anna, nonostante il cinismo esposto in foto e sulla bacheca, ci casca sempre.

Perché s’immedesima talmente nella parte che finisce per crederci fino in fondo.
Sui social media poi, i vecchi attori sono irresistibili.
Ora dotati di portatile, gli attempati intellettuali della prosa chattano che è una bellezza, un po’ lenti nel digitare ma corposi, come il buon vino invecchiato.
Tirano fuori, nel bel mezzo della notte, e magari un po’ brilli, vecchie foto dei trionfi giovanili e lunghi monologhi, che pazientemente hanno trascritto per lei, che di là dal monitor, in pigiama e niente affatto felice di dover perdere sonno, legge o ascolta su skype.

La domanda di ricevere la solita robina in più, la richiesta piccante ci sta tutta, non appartiene più solo all’impiegato libero dal controllo della moglie ma anche a loro, i libertini in estinzione, gli attori con la “A” maiuscola che ancora si ostinano a vivere senza televisore e a mangiare solo cibo biologico.
Certi tizi che sanno di vecchia colonia inglese e di cuoio e dai capelli radi ma ostinatamente tinti, ci vanno a nozze con la tecnologia, sprizzano poesia da tutti i pori e dietro ogni icona trovano una sorpresa. E Anna, bruna magrolina dallo sguardo azzurro, tra le tante è la più generosa.

Finora non è riuscita a ottenere granché.
Qualche provino, sì, una buona scrittura, no.
Si sbatte ogni giorno dietro il bancone del bar, rincorre turni di doppiaggio piegandosi a umilianti “brusii”, e rincorre la sua fortuna sul web.
Lei ci crede veramente nel suo futuro da attrice, ancora non sa che i suoi anni migliori passeranno in un soffio e che così, se non farà i conti con una vera storia, da quel “danno” non guarirà mai più.

5 commenti:

  1. Esprime una tristezza soffusa ma in realta' intensa, spero solo non ci siano troppe note autobiografiche.

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  2. Nessuna. che noia parlare di sé. Amo scrivere e l'immaginazione assieme all'osservazione sono gli unici ingredienti che uso.

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  3. Inseguire un sogno, come inseguire una farfalla, alle volte non ti fa accorgere di andare dritti dritti verso un dirupo.

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  4. Una foto, che si estende nel tempo e nello spazio, di esistenze in bilico tra viltà e desiderio, tra rassegnazione e speranze. E come tutte le storie verosimili, si trasforma nel racconto di un'esistenza tragica nella sua banalità.
    Brava.

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  5. Io non riesco più a smettere di leggerti.

    E niente, il concetto è tutto qui.

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