(dopo un anno la situazione è la stessa!)
Dopo una settimana dal volo di quindici ore che mi ha portata sulla linea dell’equatore, passati i primi giorni di smarrimento nel contare le banconote di grosso taglio, leggere e colorate e dopo aver imparato ad attraversare la strada senza farmi investire dai motorini indisciplinati, posso guardarmi attorno e riflettere.
Devo dire ad Ornella che verrà qui fra qualche giorno, di stare molto attenta perchè nelle bottiglie di vodka che si vedono a ogni angolo di strada, non c’è il suo amato liquore ma gasolio, perchè qui le pompe di benzina servono solo a prelevare il carburante per le auto e le migliaia di motorini e non per vendere souvenir e ingrassare i nostri piccoli obesi con merendine di multinazionali assassine.
Qui in oriente regna in qualche modo l’arte di fare le cose al meglio e presto per dedicarsi anche ad altro, come ai ripetuti rituali religiosi, o ad accovacciarsi in terra agli angoli delle strade per guardare il tempo che passa insieme alle orde di turisti alla ricerca del fascino esotico e della grazia divina che qui, possono acquistare a poco prezzo.
Mai mi sarei sognata di rivedere gruppi di ragazzi e anziani uniti dal suono di una chitarra dalle corde arruginite, dallo stare insieme senza alcun fine, solo per lasciare che il caldo umido si eclissi insieme al sole e che l’assordante canto delle rane che abitano le risaie e gli stagni vicini alle case, li accompagni fino all’alba del giorno dopo.
Percorrendo rapida le strade trafficate di Bali, le gambe strette in un sarong bianco, mi sono domandata perchè I balinesi sorridono sempre: hanno una vita semplice, hanno la vita che capiscono e che è loro congeniale senza nessuna velina o super maschi da imitare, non una vita diversa da emulare per forza e senza saperne la ragione, e senza volerlo veramente solo perchè non hanno alternative.
E mi domando se da noi è dalla scelta obbligata che nasce la frustrazione profonda e la violenza, dall’assenza completa del binario spirituale e non religioso, che cresce dentro il buio che porta all’acolismo e alla violenza continua verso se stessi e gli altri.
I bagni qui sono nei giardini, si vive a tu per tu con i suoni e i colori della natura che serve, è funzionale e non ornamentale, qui tutto ciò che non è utile viene buttato via, il di più, venduto ai turisti e ai mercanti, agli schiavi del Dio denaro.
Chi è più libero?
Dopo una sola settimana di distanza da TV e giornali il mio viso si è disteso e mi è bastato venire su FB una sola volta e leggere le solite storie su salari ed elezioni regionali a farmi venire la nausea per il mio paese e per la mia città dove non puoi arrangiarti ma solo seguire le regole di un gioco sempre più complesso o soccombere miseramente.
Tutto nella vecchia Europa è fatto per intralciare il cammino dell’umano, tutto è studiato per dare ricchezza a chi già ce l’ha. L’Europa non sarà mai l’America, l’Europa porta in sè il DNA e il Karma dei grandi regni del passato, dei Borboni degli Asburgo, dei Torlonia e dei Borghese, siamo fermi al medioevo con i suoi Signori di palazzo e i suoi “bravi” che procurano, all’innominato di turno, giovani minorenni e cocaina mentre il popolo sempre più affamato chiede di mangiare, sopravvivere.
Non chiudiamo gli occhi: le caste esistono e sono sempre più forti, sono la consuetudine naturale del regno oligarchico che chiamiamo erroneamente democrazia e alla cui vita e crescita ci illudiamo di partecipare.
Qui per esempio, sono solo gli occidentali a bere, loro, Indi o Musulmani sono lucidi e conducono la propria vita secondo i ritmi naturali, seguendo la tradizione che è sempre funzionale ma anche istruttiva e giusta, sono gli occidentali che fanno I viaggi del sesso e sempre gli occidentali che vendono loro la “merce”.
Siamo noi la metastasi del mondo, siamo noi il cancro del pianeta, qui anche I pipistrelli sono vegetariani.
Noi, con le nostre case piene di oggetti inutili, con la nostra testa sempre rivolta al passato, schiavi del mercato, schiavi del sesso e della pornografia ridotti a vivere al chiuso dietro piccole finestra da cui intravediamo pezzi sempre più piccoli di cielo privo di stelle e sempre più distante, noi che ci sacrifichiamo per una vita intera seguendo un abbaglio: il domani.
Il futuro dell’Europa, il futuro dei nostri giovani, il futuro del nostro pianeta, non è che una presa in giro per creare nuove regole e quindi nuovi apparati burocratici che diano da mangiare a quattro imbecilli che non hanno mai pensato all’importanza dell’altro da sé.
Sono cose cha sappiamo da sempre, ma guardando il nostro mondo da qui e per la prima volta dopo anni di ottimismo mi rendo conto che nulla potrà cambiare che moriremo nelle nostre piccole case pagate un mare di quattrini, moriremo per una sicurezza che non ha senso, moriremo senza sapere a chi rivolgerci nell’ultimo istante perchè abbiamo perso il lume della ragione e non sappiamo più dove è finita la nostra umanità.
credo che anche in occidente debba arrivare prima o poi un nuovo illuminismo...
RispondiEliminace lo auguriamo...
RispondiEliminacomplimenti!!! :)))
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