Ti ricordi quando pensavamo che mai avremmo ripercorso i
loro stessi passi?, mai seguito le loro orme?, che mai saremmo rimaste con il
fiato sospeso in attesa di una risposta e che il mondo, visto da lì, sembrava
veramente facile da conquistare?
E un po’ forse ci siamo riuscite, siamo cadute entrambe,
abbiamo sbagliato strada qualche volta, io, almeno.
Ti conosco così poco pur avendo seguito così a lungo i tuoi
passi, da non sapere chi sei.
Esistere è dato a tutti, saper stare al mondo, invece, è
complicato.
Pensi sempre che di tempo ce ne sarà tantissimo. Questa,
purtroppo, è una di quelle ovvietà che soltanto il tempo chiarisce del tutto.
Come che se l’amore finisce, finisce da ambedue le parti. O che esiste un tipo
di amore che invece ci accompagnerà fino alla morte nonostante non lo abbiamo
voluto, lo abbiamo tenuto lontano, dandolo per scontato, maltrattandolo un po’.
Anch’io ho provato a imitarti. Hai tantissime qualità che io,
invece, non posseggo; la capacità di sorprenderti per tutto, una sorpresa
identificabile oggi come allora nel tuo sguardo, in un’espressione che sta al
confine tra ammirazione e paura, una sorpresa puerile per il cielo, per le
nuvole, per una copiosa nevicata, per un regalo che, se anche non ci avevi mai
pensato, diventa d’improvviso necessario.
Sai essere feroce, anche.
Hai un’ottima memoria, io dimentico anche le date degli
anniversari più importanti.
Ti ricordi quando giocavamo assieme?
Anche se tante volte fingiamo non sia mai successo mi piacere
ripensare ai nostri giochi, quelli scalmanati, quelli di attenzione, quelli
creativi. Guardie e ladri, campana, strega comanda colore.
I miei difetti li conosco bene non c’è bisogno che me li
ricordi ogni volta con i tuoi sguardi severi, e le omissioni, quei punti
sospensivi alla fine di ogni frase.
Li ho studiati per molti anni e sono tanti, i miei limiti,
difetti, vizi. Alcuni li ho eliminati, altri me li sono tenuti stretti.
Nessuno mi ha accusato mai di essere presuntuosa, mai
guardandomi in faccia, mai dopo avermi conosciuto, al termine di una seria
discussione, dopo aver ascoltato le mie storie, così avventurose da sembrare un’intera
collezione di romanzi dal finale tragicomico. Cado sempre in piedi.
Sono ambiziosa.
Mi sono piantata davanti allo specchio che non avevo neppure
due anni e da lì non mi sono più mossa.
Ho fatto l’attrice per potermi concedere decine, centinaia
di specchi diversi.
Anche questo mi rinfacci, che io abbia abbandonato tutto
dopo anni di studi, di successi anche notevoli.
Non mi sono mai integrata nei gruppi, né di studio né di
lavoro.
Tu lo sai, preferisco l’isolamento alla dispersiva allegria
del gruppo. Preferisco starli a guardare, gli altri, se proprio non posso stare
su un palco da sola, cercare di capire come si muovono, magari per imitarli, o
infilarli in una storia.
Non è stata la paura a muovere i miei passi fino all’uscita
degli artisti, né ho attraversato quella soglia con la superficialità che
spesso hai intravisto nelle mie scelte, in certe affermazioni anche gravi, è
che volevo andare oltre.
A furia di raccogliere indizi alla ricerca di quel
personaggio e di quell’altro (mai quelli che avrei voluto interpretare), me li
sono ritrovati tutti dentro, un dentro che ha scelto di esprimersi così, a
furia di tentativi, madido di frustrazioni e rabbia.
Ma non posso più tornare indietro.
Ho almeno tre vite da raccontare, di cui pentirmi o sentirmi
fiera.
Non mi hai mai domandato cosa farei potendo rimettere
indietro il nastro. Forse conosci già la risposta.
Non fossi stata così cieca e non avessi preso tante
cantonate, oggi non sarei così vitale, così felice di essere ancora qui
nonostante certi sensi unici percorsi fino in fondo, magari in retromarcia,
durante un nubifragio.
Poteva andare anche peggio. Per cui va bene. Sono riemersa
dai gorghi di Naruto grazie al desiderio di rivedere il sole.
Perché è così bello il corso delle stagioni. Perché dopo
tanto tuonare, è di nuovo sereno. Perché mi basta correre ogni mattina sapendo
che anche tu sei viva e che il mio lago sarebbe ancora più bello se ci
rispecchiasse una accanto all’altra, così diverse.
Non sembra un rimprovero verso tua sorella (è tua sorella?) piuttosto una dichiarazione d'affetto e un ricordo verso la tua giovinezza. Sempre brava Bibolotty, Lucky
RispondiEliminaquanto dovrei aver vissuto secondo te per scrivere tanti post più sei romanzi se tutto fosse sempre e noiosamente riferito a me? ;) ciao, un abbraccio. ogni tanto ti si vede.
RispondiEliminaMi piace svegliarmi la mattina e con una pila di cose da fare (preparare esami, lezioni, ecc) ritagliarmi un momento per leggerti. Questo post di oggi è di quelli che entrano nel cuore.
RispondiEliminaE restano.
buongiorno... ;)) Grazie come sempre per lettura, commento e cuore.
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