Mio marito è soltanto una marchetta.
Spero che questo fine settimana non gli salti in testa di fare
sesso.
Quando mi scopa, preferisco dargli le spalle: a guardarlo in
faccia mi prosciugo come il deserto del Sahara.
Figlia mia sposatelo soltanto se è “beddu, ruccu e che
mangia piccu”.
Certo, sì, carino… ma suo padre che fa? E lui? Studia?
Chi non becca ha già beccato e che becchi pure fuori, così
gli chiedo il divorzio e poi sono cazzi.
Queste storie si sentono, si dicono in privato e si
condannano in pubblico.
Facendo salve tutte quelle che guardandosi dentro si sentono
salve dall'aver fatto carriera grazie a “qualcuno” (direi tutte), senza stare ogni volta
a puntualizzare “io no”, né condannare chi, invece, sì, cerchiamo di guardare
al di là della nostra “selfie” per dirci una piccola e scomoda verità, ossia
che Carrie Bradshaw non avrebbe mai armato un casino tale, in serie TV di non so
quante puntate, per sposare un Mr Big se, anziché milionario, fosse stato soltanto
il bel proprietario di un baracchino di pizza al taglio all’angolo delle
“sesta”.
Non prendiamoci in giro.
Siamo nel futuro e sento ancora parlare di reddito anziché d'amore. Come negli anni cinquanta.
Inutili i tavoli di discussione tra femministe liberiste e moraliste che da anni parlano tra loro escludendo quella che di fatto è la realtà. Sono anni che se ne parla. Che si discute se stare dalla parte di chi rivendica la libertà di fare del proprio corpo ciò che vuole o di chi pretende di nasconderlo sotto uno spesso strato di ipocrisia.
Siamo nel futuro e sento ancora parlare di reddito anziché d'amore. Come negli anni cinquanta.
Inutili i tavoli di discussione tra femministe liberiste e moraliste che da anni parlano tra loro escludendo quella che di fatto è la realtà. Sono anni che se ne parla. Che si discute se stare dalla parte di chi rivendica la libertà di fare del proprio corpo ciò che vuole o di chi pretende di nasconderlo sotto uno spesso strato di ipocrisia.
Intanto, mentre le nostre femministe discutevano, il romanzo che ha avuto più successo di acquisti racconta di una giovane e fragile ragazza sballottata da una casa
editrice all’altra grazie a contratti da favola redatti da un Master che vuole
sottometterla, e fotterla. Che poi lei riesca a sovvertire i ruoli e lei stessa a
dominarlo non è la chiave del successo della storia. Il successo sta nel
desiderio di trovare, almeno su carta, un maschio dominante.
Lo dice il successo di certi "prodotti" editoriali". Le mode, le dichiarazioni sui social.
Lo dice il successo di certi "prodotti" editoriali". Le mode, le dichiarazioni sui social.
Pensavo che soltanto le madri del sud inculcassero nelle
figlie l’idea che un uomo serve a procreare ma anche a campare. Magari mai in
modo diretto, cercando anche di far passare l’idea che l’autonomia è un’arma
micidiale, l’unica che noi donne possiamo imbracciare per difenderci. Ma il
femminismo è stato azzerato del tutto e l’indignazione l’abbiamo messa sotto il
tacco dodici che pubblicizziamo sulle foto dei nostri profili.
Chi continua a credere di fermare il pensiero dilagante
della marchetta da carriera mettendo su l’aria da signora intellettuale radical chic, potrà
fare qualcosa solo per se stessa andando in TV per cavalcare l'onda liberal o vetero femminista secondo i casi, le mode, l'ispirazione del momento, ma non farà niente per le altre, le migliaia di ragazze che non hanno
strumenti per codificare la realtà e pensano che la svolta sia in TV.
Le tante sul pulpito che giustificano a parole, ma condannano nei fatti le loro sorelle, dovrebbero saperlo che le cose sono precipitate in modo tale che la mercificazione del corpo è prassi normale, che loro lo vogliano o no, figlia della filosofia del successo a ogni costo che vediamo reclamizzato ovunque.
Le tante sul pulpito che giustificano a parole, ma condannano nei fatti le loro sorelle, dovrebbero saperlo che le cose sono precipitate in modo tale che la mercificazione del corpo è prassi normale, che loro lo vogliano o no, figlia della filosofia del successo a ogni costo che vediamo reclamizzato ovunque.
Basta godersi qualche puntata di “The house of cards” per capirlo, dove
il fascino dell’uomo di potere esercitato sulla rampante neo laureata, non
trova opposizione neppure in Miss Underwood, algida e tutta di un pezzo, che
alla notizia della liaison del marito, alza le spalle e si ritira nelle sue
stanze.
Il “devi conoscere qualcuno”, sussurrato in ogni dove, non
mi concede speranze né possibilità di scampo.
Siamo ancora “Indifferenti”, siamo Carla, costretta ad
accettare la corte e i soldi di Merumeci, complice madre e fratello, per poter
mantenere, o raggiungere, uno status socialmente accettabile. Che non ci siamo
mossi da lì e continuiamo a stare in quegli schemi da ius primae noctis lo
sappiamo bene, anche se fingiamo egregiamente di esserci evoluti.
Si legge dalle foto che postiamo: labbra tumide, piedi da
odalisca, sguardo promettente.
Ma almeno evitiamo l’ipocrisia, non scandalizziamoci, non
puntiamo il dito contro chi sceglie la strada più breve, la stessa scelta da chi le condanna.
Oggi il valore di ognuno si misura con il metro della popolarità, non della capacità, e di questo la politica è un esempio lampante e questa è la causa della superficialità di cui si macchia ogni giorno il genere umano. Presenzialismo, esibizionismo e bellezza come unico lasciapassare nel mondo del lavoro.
Oggi il valore di ognuno si misura con il metro della popolarità, non della capacità, e di questo la politica è un esempio lampante e questa è la causa della superficialità di cui si macchia ogni giorno il genere umano. Presenzialismo, esibizionismo e bellezza come unico lasciapassare nel mondo del lavoro.
Perché i posti di potere sono per la maggior parte ancora nelle mani degli uomini, perché le poche donne che stanno al comando e non per
merito di un uomo, sono le prime a disprezzare le proprie sorelle, soprattutto
se più giovani o più belle di loro.
Sì, va bene, certo, ci sono le eccezioni. Ma le eccezioni,
si sa, confermano una regola.
..se ti legge la Pascale potrebbe pensare male.. eh eh..
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