Non basta usare la prima persona plurale e quindi
includersi, no. E nemmeno è sufficiente specificare ogni volta che queste sono
opinioni personali e non giudizi perché, come diceva il Sommo Poeta, giudicato
da molti asini “pesantissimo”, “Ognun dal proprio cuor l’altrui misura” quindi,
se hai il vizio di tuittare di continuo cattiverie sugli altri, giocoforza
vedrai nei tuit altrui soltanto calunnia.
Detto ciò, per gli imbecilli che ancora si ostinano a
leggermi pur non sopportandomi, veniamo al perché mi pare inutile, se non
fastidioso, ricevere un “Benvenuto” su Twitter e non, per esempio, su Facebook.
McLuhan, che certamente i mie amati detrattori conosceranno
a menadito, scriveva che ogni Media ha le sue specificità, le sue leggi e i
suoi scopi precisi: “ogni medium va studiato in base ai criteri strutturali in base ai quali
organizza la comunicazione; è proprio la particolare struttura comunicativa di
ogni medium che lo rende non neutrale, perché essa suscita negli
utenti-spettatori determinati comportamenti e modi di pensare e porta alla
formazione di una certa FORMA MENTIS”.
Non a caso Twitter, che vuole comunicazioni
brevi ma efficaci, è il media dell’insulto, non a caso è così semplice
“bannare” e, che lo vogliate o no, è la sua struttura che determina la “forma
mentis” del tuittero e non il contrario.
Ma mi rendo conto che per alcuni
ragionare sull’evidenza risulta complicato, mentre andare per luoghi comuni,
aggrapparsi alle proprie convinzioni o contraddire per il semplice desiderio di
far perdere le staffe al prossimo, sia la via migliore per provare a
distinguersi.
Per McLuhan, #Twitter sarebbe stato
da includere tra i Media freddi (e anche se lo sapete già, badate che il
termine è usato in modo “antifrastico”, ossia al contrario del suo
significato).
Twitter è un media “freddo” poiché
richiede all’utente la massima partecipazione, ma ha la particolarità di
limitarla a centoquaranta caratteri, e di forzare chi li digita ad acquisire il
dono della sintesi.
Il motivo per cui trovo fuori luogo
saluti e varie, è da ricercare anche nell’effetto CAOS che molto traffico,
ossia troppa interazione, genera sulla Time Line di ognuno (TL) che si riempie
di tuit poco interessanti e rende complicato, per chi approda per la prima
volta su di un profilo, leggere, tra tremila gioiosi quanto inutili scambi di formalità,
le peculiarità di massima del tuittero che si sta valutando se seguire o meno.
E, che lo vogliate oppure no, questo
è sicuramente un mio criterio di valutazione nell’eventuale Follow Back.
Inoltre, se sei tu che mi hai seguito per primo e io ho
deciso di darti reciprocità, puoi al limite ringraziarmi, se proprio devi, ma
non darmi il “Benvenuto”.
Ma ancora: “Benvenuto” dove, di grazia?
Twitter non è FB, non c’è una Home, una casetta calda che
accolga gattini in posa. La TL di questo media, ossia linea di tempo, che in
biologia significa anche “evoluzione”, è un tapis roulant di considerazioni, scambi
d’idee e opinioni che passano e vanno via. Ma soprattutto, ed è questo gli
“hater” non mandano proprio giù, dovrebbe contenere scambi di informazioni che
non siano, si spera, i curiosi menù giornalieri, che non cambiano la vita di
nessuno.
Ritengo inutile il “Benvenuto” perché su #Twitter non esiste
alcun obbligo alla reciprocità, e se anche decido di seguirti adesso, è molto
probabile che tra quarantotto ore io possa defollouarti perché hai scritto un
tuit sconveniente, perché mi accorgo che scrivi a puntate, o che m’includi in
inutili trenini dell’amore: i famosi “buongiorno” cumulativi che obbligano il
malcapitato a duemila “Grazie altrettanto a te” rivolti a gente che non conosce
né probabilmente conoscerà MAI.
Dare il “Benvenuto” su Twitter equivale (a mio avviso per
carità) a salire su un vagone ferroviario o della Metro, salutare, e pretendere
di fare amicizia con tutti. Che senso ha?
È un inutile formalismo.
Su Facebook, invece, si ha modo e tempo di coltivare amicizie,
di scriversi lunghe mail e di valutare con calma l’altro da noi in base ai post
che condivide e agli “status” che digita con più o meno originalità.
Twitter è un altro pianeta.
Se anche i DM (Direct Message) ci obbligano a comunicazioni
brevi, come si può soltanto pensare di trasformarlo in un social Friendly?
Come si può pensare che non sia noioso e inutile rispondere
a decine di “benvenuta tra i miei tuit” di persone che non incidono in niente
nella nostra esistenza?
La verità è che io vado per logica e so che non posso andare
con i pattini su di una strada sterrata, così come non posso cavare sangue
dalle rape o ragione dalle teste di legno.
È innaturale e fuorviante sperare di scorgere sincerità in anonimi
che non vedo e non frequento assiduamente nel mondo reale, né di vedere la loro
vera essenza se non al momento fatidico della frizione, della lite, della
baruffa inutile e volgare che tira fuori (e finalmente direi) la vera opinione
che essi hanno di noi.
Ecco perché a chi mi da il “Benvenuto”, rispondo che non è
il caso, che “Grazie, sì, ma mi pare del tutto fuori luogo”. E senza scomodare McLuhan, la finalità
di questo “nonluogo” è la “condivisione” delle idee e non l’amicizia, quella è
una roba seria e vitale, umana e luminosa, che ha bisogno di tempo e non di uno
spazio di centoquaranta caratteri e che, francamente, non mi va di millantare
né di esibire con gente che non conosco.
Porca la paletta quanta ragione hai!
RispondiEliminaIo, ad esempio, all'inizio facevo proprio fatica a capire come funzionasse la faccenda, millemila hastagh, stelline, citazioni ecc ecc...
Sono limitato io, me ne rendo conto, ma da che mi sono "iscritto" al momento in cui ho iniziato veramente ad usare il mezzo, sono passati svariati mesi e decine do follow back, tanto era incasinata la TL...
Che dire? Grazie a questo post ho anche (e finalmente) capito cosa vogliono dire le varie abbreviazioni...
Elena, non so se tu credi in tutte quelle più o meno cerebrominchiate modello, coincidenze o fato o chissà che, io so che sono particolarmente contento di essere "inciampato" nella tua esistenza.
Grazie.
Condivido quello che hai scritto. Ci vorrebbe un esame di ammissione prima di accedere a Twitter. Certi comportamenti sbagliati ci vuole un po' a debellarli. Io stessa sto ancora imparando.
RispondiEliminaGrazie
Parole sante quelle sui convenevoli! All'inizio io ho specificato che i buon giorno, buon pomeriggio, buona sera e buona notte quotidiani mi parevano superflui anzi non appropriati e che non li avrei usti. Poi, quando hanno cominciato a rivolgermeli personalmente, mi sono sentita maleducata e in colpa e mi sono piegata all'uso. La stessa cosa vale per lo stellinare a raffica, anche semplici scambi, privi di un contenuto informativo, come gesto di amicizia e simpatia. Tendenzialmente per me funzionano come un post it per ricordare e poi rileggere, articoli, post, ecc. Ma anche qui mi sono piegata all'uso.Il benvenuto stesso mi lascia perplessa, ne sto riducendo l'uso. Sono su TW da 10 mesi e ancora ne studio le regole.
RispondiEliminaGrazie