Pencils by Jim Lee and inks by Scott Williams
Amo l’uomo sorprendente. Il super eroe che rischia di frantumarsi contro un grattacielo per guardarmi.
Che abbia poche virtù ma autentiche. L’amore per le orchidee
e la pazienza nel coltivarle, l’hobby di collezionare versi, di impararli a
memoria e non declamarli.
Il solitario che non ha bisogno di conferme.
Peculiarità che si distaccano dal solito parlare di romanzi
e nemmeno commentarli perché in realtà non li ha letti, come troppe volte mi è
successo di vedere nel suo sorridente e preoccupato –l’ho letto troppo tempo fa,
adesso non ricordo- e voltar pagina in fretta.
L’uomo che parla troppo dell’amore e di se stesso mi
disgusta. Quello che pensa che il suo sia l’unico punto di vista è ottuso. Il
moralista che per adeguarsi ai tempi finge di essere un libertino si tradisce
presto. Appena tre ore dopo, a letto, con lo sguardo imbarazzato di chi certe
robe così non le ha mai fatte.
L’uomo che amo è pieno di bug di sistema dentro un corpo
forte e non muscoloso. Mi tocca
riavviarlo più volte perché ragioni e metta i file nelle cartelle giuste.
Però, infila i calzini nel cesto della biancheria e al
mattino, come me, ama raccontarmi i suoi sogni e fino in fondo. Li riporta su
un quaderno che tiene accanto al letto e che io non aprirò nemmeno alla sua morte.
E ogni volta che lo incontro e gli dormo accanto, prego di non
dover mai scoprire l’altra faccia, quella del bambino deficiente che non
capisce come mai io abbia scoperto l’astuto inganno.
Perché il tradimento ha sempre la stessa faccia: quella
della sua stupidità e della mia fiducia in me stessa.
Ha il ritmo del balbettio acuto e la puzza del sudore
che gli cola anche sulla fronte e dello sperma lì, sulle lenzuola e ancora fresco.
Il tradimento ha il sorriso malcelato del solito –oh dio, mi dispiace davvero io non volevo farlo-.
Il tradimento ha il sorriso malcelato del solito –oh dio, mi dispiace davvero io non volevo farlo-.
Ha sempre la stessa ambiguità nello sguardo: non sa se
preoccuparsi di più perché da domani dovrà pagare per intero l’affitto o peggio,
cercare un altro appartamento –e trovarlo in centro e a questo prezzo sarà arduo-.
Così somigliante a quell’altro e all’altro ancora nel vagare
per la stanza muovendosi a caso in cerca di ottime scuse, la rassegnazione allo
schiaffo e all’ingiuria –sì, sì, picchiami pure, uccidimi, purché tutto
finisca- .
Purché tutto finisca e io non sappia mai perché l’ha fatto,
perché si è scopato proprio la più volgare e l’ha anche portata nel mio
letto.
Non perché cucino troppo sano e senza burro, perché ho la
fissa per la pulizia e per l’ordine, l’ossessione per il manicure e per i
massaggi, per i mercatini delle pulci. Non perché non “gli ho fatto figli”, perché
detesto sua madre e non gli piaccio più con i capelli corti. Non perché ho tre
gatti.
Gira a vuoto come un imbecille. Mi porge ora un bicchiere di
qualcosa di forte ora acqua, non fa che dire esattamente tutto ciò che speravo
di non dover sentire: è la scelta dei vocaboli giusti che gli manca, i troppi
film di cassetta che ha visto, i libri gialli, il cervello che è in pappa
perché pensa alla stronzetta che ho appena mandato via a calci in culo e che in
realtà gli sta più a cuore di me, che adesso, sconvolta, mi tengo la testa tra
le mani perché non si scuota troppo.
Perché non vede l’ora che io mi calmi per chiamarla, e inventa scuse per andare in bagno e inviarle messaggi.
E il tradimento ha anche la mia faccia.
Quella che negli ultimi tre mesi lo ha ascoltato parlare di
lei e ha rimosso. Che non ci credeva viste le troppe cose in comune.
Che ha accolto la confessione buttata lì tra i barattoli di
passata di pomodoro, al supermercato, mentre mi guardava con in mano i
peperoni. Tra le scatole di detersivo: era distratto, lo sa che non ho mai
amato quello liquido.
Io sto sulla poltrona accanto all’armadio in attesa che dica altro anche se servirà a poco o niente. È già lontano, in autostrada per un romantico fine settimana
con la biondina ventenne, esattamente dove siamo stati sei anni fa. Perché deve cancellare l’originale con la copia e perché quando sarà lì, le parlerà solo
di me e del mio fiuto eccezionale, della mia capacità di comprensione e della
mia creatività. Mai non del mio culo altruista e generoso che è poi l’unica
ragione per cui mi ha voluta.
Mi ha propinato la serie a puntate del suo desiderio,
puerile e vile cercava di assicurarsi il perdono ancor prima di cadere nel
peccato.
Perché il tradimento è sempre annunciato: dal ritardo per
cena, dal cambio di finestre sul monitor appena entro nella stanza, dal
cellulare sempre nascosto da qualche parte e da quello nuovo, quello che
–miracolo- l’azienda si è finalmente decisa a concedergli.
Peccato amore mio, non sai cosa ti sei perso.
A sapere della nuova passioncella e delle tue fughe notturne
non avrei perso tempo. Perché arrabbiarmi se sono mesi che ci addormentiamo presto per
non sfiorare l’argomento. Perché urlare se io per prima ho storie con altri.
Per il mio super eroe mi sarei vestita da wonder woman e avrei
scelto i video più hot da guardare assieme.
Avrei organizzato una festa a sorpresa, io, te, e la nostra biondina che esce dalla torta.
Avrei organizzato una festa a sorpresa, io, te, e la nostra biondina che esce dalla torta.
Praticamente ami Nero Wolf! :-)) scusa... è solo per sdrammatizare un po'
RispondiEliminail dramma mi sfugge visto che questa è una grande metafora sulla complicità uomo donna. ma spiegami. magari ho scritto qualcosa che mi sfugge. ;))
RispondiEliminaDio bono, quanto scrivi bene.
RispondiEliminaMi sfugge perchè lui è un coglione a non condividere l'amante con lei ma lei si può fare le sue storie tranquilla. Certo, lei lo sa già che lui non capirebbe proposte estreme e quindi, coerenza di una donna tanto evoluta, avrebbe voluto lo sfanculasse già senza la scusa del tradimento, o no?
RispondiEliminaGrande penna. Sei un appuntamento fisso
@pierandrea1965