giovedì 7 luglio 2011
Mens sana in corpore sano
Questa mattina in spiaggia mi sono domandata quanti dei signori in acqua e dame sull’arenile abbiano fatto i conti con la stagionale “prova costume”: a parte i cinque bagnini under venti, credo nessuno.
I signori, quasi tutti ammogliati e sotto l’ombrellone, avranno anche un certo fascino seduti dietro le scrivanie, o nella bmw ultimo modello; potrebbero anche far venire qualche pensiero hard alla trenta-quaranta-cinquantenne single ma anche non, vestiti della loro autorità lavorativa e pieni di quel “non so che” da solida stabilità economica ma visti così, non sono nemmeno passibili.
Forse, al supermercato, e se hanno la decenza di infilare pantaloni chiari e camicia a maniche lunghe, ampia e ben ventilata, evitando accuratamente le infradito di gomma -visto che esistono sandali eleganti e maschili- possono anche attirare per un attimo lo sguardo ma, haimè, in troppi si aggirano in pantanoloncino combat e canotta tra gli scaffali, tanti dall'aria sfatta di chi non ha più ambizioni.
Peccato! Il supermercato è un ottimo posto per idee piccanti!
Se è vero che la donna, una volta gratificata dal matrimonio e dai figli, si lascia andare a bigodini e pigiami di pile, è anche vero che l’uomo non ha un grande rapporto con lo specchio e la classe.
Innumerevoli, è vero, sono le vittime di affettuose mogli preda di acquisti compulsivi da “saldi di fine stagione”. La Polo scelta -va male quando le prende in serie- è di colore squisitamente femminile, giallo pallido e azzurro Magritte. Oggi ne ho visto uno taglia extralarge e appena rosato dal sole che mi pareva i tre porcellini fatti uomo.
Io sono per la camicia e i pantaloni lunghi, sempre, per quelli corti ci vuole una gamba “significativa” e abbronzata, non depilata (per carità) ma cosparsa di peluria leggera e per l’appunto giovane, non maculata e terribilmente deturpata da varici.
Sono del partito dell’elegante ed eternamente comoda sahariana che fa tanto tè nel deserto e Rodolfo Valentino.
E invece li vedo che grassi da ottavo mese di gravidanza o magri come cerini, storti come rami d’ulivo e bitorzoluti sembrano voler nascondersi dietro giornali e gialli d’autore: e fanno bene.
Messi così e tutti insieme danno addirittura nell’occhio.
Una buona alimentazione e poco, pochissimo ma giornaliero esercizio fisico (anche fare l'amore ogni tanto con la signora sarebbe fantastico), sono sufficienti a evitare problemi seri e diminuire la spesa sanitaria pro capite, e conoscere il modo giusto per farlo non è poi così difficile. Siamo nella società dell’informazione, esistono una quantità immensa di dispensatori di buoni consigli in radio per televisione e sul web, eppure, ogni anno e d’estate, mi accorgo che in troppi non tengono a mente le basilari regole del vivere sano.
In troppi credono che basta un mese di palestra per rimettere a posto le cose, un po’ di dieta e voilà! Ma le cose non stanno così.
Troppo umani e spesso piegati da una vita stretta e caustrofobica credono che cedere alla tentazione e alla gratificazione facile sia la via più rapida per sentirsi veramente “in vacanza” e appagati.
E poi in estate si beve il vinello fresco, l’aperitivo con tanto di noccioline salate, tostate e dorate, e il gelatino assieme alla bambina, e la pizza perché non ci va di cucinare, e la fettina un giorno sì e l’altro pure perché a pranzo abbiamo mangiato leggero. E possibilmente ci teniamo a fare una cena rapida e veloce! In fretta perché i ragazzi devono uscire, guardando la TV e magari anche discutendo con la moglie o con i figli, bevendoci sopra quanto più è possibile e per chiudere, soddisfatti e satolli, una bella frutta mista o uno strazuccherato gelato ci sta decisamente bene.
Basta fare un giro sul litorale per avere una grande quantità di esempi di umani dal “colesterolo alle stelle”.
Il venerdì e il sabato non fai nemmeno a tempo a contarli, stretti nella giacca che solo l’anno passato andava bene, il passo incerto, paonazzi e ridanciani: affannati e stanchi.
E, a notte fonda, quando a digestione dovrebbe essere nulla o in fase calante, buttano giù – tanto per stare in compagnia-, del buon bourbòn, una o più grappe o una granita di caffè con panna, che li alleggerisce anche da un certo senso di frustrazione generalizzato e antico.
Affaticati dalla vita che ci sfianca, dalla solita tiritera politica che ci ammorba e dal nulla che sentiamo di avere davanti, cediamo a tutto, che sia estate o inverno. Cediamo alla sbornia, al cioccolatino, e poi alle dieci sigarette di troppo e alla sterile passioncella via web che ci distrae dalla moglie che blatera da vent’anni qualcosa di troppo.
Avere un corpo il più possibile in forma è un dovere che abbiamo in primo luogo verso noi stessi.
Se evitassimo di riempirci di grassi animali, di bibite gassate e di gelati, per compulsione o semplice golosità, il numero di certe patologie mortali legate al colesterolo diminuirebbe sensibilmente e invece, all’ora di pranzo, il ristorante della spiaggia è pieno zeppo come se fossimo a Natale.
Avere un regime alimentare corretto dovrebbe essere insegnato a scuola e nei corsi pre parto.
Non mi meraviglia vedere bambini obesi rotolare sul campo di calcetto viste le merende che vedo nei carrelli delle mamme e mi domando cosa cambia nel dare ai figli una fetta di pane con la marmellata –io ero ghiotta di pane e zucchero- o una di quelle merendine da frigo piene di conservanti e coloranti.
Mi domando perché risulti così difficile fare lo yogurt in casa anziché riempire il frigo di barattolini di plastica inquinante, comprare succhi di frutta con valori nutrizionali pari a zero, invece che spremere due limoni e tre arance.
La nostra forma fisica va curata quotidianamente, come la mente e lo spirito.
Non dico che si debba diventare degli Yogi, ma mangiare lentamente e possibilmente concentrandoci sul cibo anziché sulle notizie del Tg, farsi una bella macedonia a pranzo o un grosso gelato di frutta e senza panna, e a merenda una mela e tre noci e magari del pane azimo, e poi chiederci ogni mattina: come va?
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