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lunedì 27 dicembre 2010

Tratto da "Fioriva una rosa" di Piero Chiara.

(...) La signora Livia, a chi se la trovava di fronte improvvisamente, , dava una specie di capogiro. Non che fosse appariscente o sfolgorante: era quieta, riservata, ma con uno sguardo così denso e pesante da mettere in imbarazzo chiunque incrociasse i propri occhi con i suoi. Una volta caduti nello stagno oscuro e opaco delle sue iridi nerofumo, l'idea di darle la mano, di toccare la sua pelle e di sentire il suo calore turbava gli uomini e anche le donne che non arrivavano neppure a invidiarla, tanto erano compiaciute di un simile esemplare della loro specie.
Era scura di capelli, pallida e quasi livida, tanto che il suo nome mi parve contenesse un'allusione al livore del suo volto, sul quale quel colore vagamente plumbeo appariva come una tinta naturale, migliore di qualunque incarnato. Di mezza statura, sempre ben vestita ma senza sfarzo, parlava a bassa voce, camminava raccolta in se stessa, non gesticolava minimamente.
Non aveva nulla di straordinario e aveva tutto, forse solo ai miei occhi (...)

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