Ha ragione Serge Latouche quando dice certe cose,
che la nostra frustrazione è barattata con le spese,
l’acquisto compulsivo come estremo tentativo
di colmare il vuoto è un assurdo palliativo.
Ninetta mia cugina che non trova l’uomo giusto
ha la scusa sempre pronta per il cellulare guasto.
Giovanni mio cognato che voleva far l’artista,
si è fatto l’auto nuova e adesso pure l’autista.
Marino suo fratello in depressione perenne,
compra moto nuove per farsi la ventenne.
Zazà lo zio acquisito che sognava un’altra vita,
Sta bene solamente se ha roba nuova tra le dita.
Susanna la mia amica non si sente realizzata,
sorride se mi elenca tutto ciò che si è comprata.
Lino il fidanzato che è ormai senza lavoro,
ruba a sua madre per comprarle roba d’oro.
Zia Ada quest’estate per andare in vacanza,
ha costretto suo marito facendogli violenza.
-Io voglio quel maglione non ne posso fare a meno!
È proprio quello giusto esattamente di quel nero!-
Ma il nero è sempre uguale, è solo un’altra scusa
per tornare a casa sola ma con una nuova blusa.
Davanti alla vetrina viene in bocca l’acquolina:
è solo un modo assurdo di aumentare l’autostima.
Se ho ricevuto un “no” chiaro ed esaustivo,
m’infilo in un coiffeur per farmi un taglio nuovo.
Mi dispiace cara mia, la tua faccia è sempre uguale!
Non puoi sperar così di colmar la frustrazione
del marito disattento e dell’amante che non chiama
forse è della tua vita che cambierei la trama.
Di cappotti, maglie e jeans ho già l’armadio pieno
ma comprare quel vestito appaga ogni desiderio.
Lo compro e son felice e cammino più leggera
ma quando torno a casa la mia vita è ancora nera:
il ragazzo che non studia, mia figlia ha già le voglie
io guardo quel cretino di cui sono anche la moglie.
Non c’è più nessun guru da stare ad ascoltare
non più nessuna traccia su cui poter camminare
ma solo otto punti che dovremmo attuare:
rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare
ridistribuire, rilocalizzare, riutilizzare,
poi ridurre e infine riciclare.
Questa è una ricetta per cambiar l’economia,
per la felicità di ognuno è l’unica via.
Spezzare la catena che ci lega al consumismo
all’acquisto senza senso che porta al parossismo
per esser più coerenti con ciò che professiamo
quando sui social network clikkiamo e protestiamo.
Teresa scrive anche per: http://www.informarexresistere.fr/2012/01/21/teresa-e-linutile-spesa/#axzz1k0rOd1hS
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